Puglia e Salento
Il Salento, terra del mare, del sole, del vento; terra di arte e
cultura, terra di storie e di leggende……ve ne raccontiamo alcune che si sono
tramandate nei secoli, e per secoli ancora saranno raccontate.
Nella splendida insenatura di Torre dell’Orso,
nel mare cristallino che si confonde con l’orizzonte, sorgono due faraglioni.
Sono due scogli molto simili tanto che la gente del posto li chiama le due
sorelle. Sulla loro origine, campeggia una leggenda secondo la quale siano nate
proprio da due esseri umani.
Questa leggenda è
sicuramente una delle più belle e tristi che il Salento ha da raccontare.
“Due donne, due sorelle bellissime,
trascorrevano una giornata come tante alla ricerca di un pò di refrigerio dalla
calura dell’entroterra. Il mare è decisamente il posto ideale dove potersi
rigenerare con la fresca brezza che dolce soffia sulle dorate coste e sulle
selvagge scogliere del Salento. Dalla scogliera della baia, da uno dei punti
più alti, si può avvertire un piacevole senso di smarrimento mirando il
mare che si fonde all’orizzonte con il cielo azzurro. Una delle due sorelle
andò fin su al punto più alto, rapita dall’ipnotico fragore delle onde del mare
e dal profumo di salsedine. Questa forma di richiamo che l’immensa distesa
d’acqua esercitò sulla ragazza le fece immediatamente perdere i sensi, tanto da
indurla a gettarsi dalla scogliere per divenire una cosa sola con quel profumo
e quel suono che tanto le rapirono la mente. Una volta in acqua però,
quell’incanto e quell’illusione sparirono del tutto, lasciando spazio alla
paura e al terrore che sembravano dimenarsi all’unisono insieme alle braccia
delle giovane che invano cercava di vincere la forza del mare e tornare a riva.
L’altra sorella, udite le richieste d’aiuto della giovane in difficoltà, si
gettò anch’essa nelle acque di torre dell’Orso, nell’invano tentativo di
strapparla dalla morsa della morte. Il destino però si rivelò infausto nei
confronti delle due fanciulle, tanto da volerle unite anche nella cessione
della loro vita terrena.
Lo stesso mare che
tanto le aveva ammaliate, e poi torturate, ora ne cullava i corpi in un ultimo
triste saluto, prima di trasformale in due faraglioni sotto lo sguardo attonito
di un pescatore che aveva assistito alla scena, e che battezzò le due strutture
rocciose con il nome di ‘le due
sorelle’.“
Un’altra leggenda riguarda proprio l’origine del nome di Torre dell’Orso. Essa, infatti, vuole
il nome legato alla presenza di una roccia che è ancora possibile scorgere
guardando la spiaggia con la Torre alla propria sinistra: è il profilo di un
orso quello che si staglia sul litorale, con il muso e le orecchie
riconoscibili nonostante il lavorio costante dell’erosione.
A circa 30 Km. Da Torre dell’Orso, c’è un'altra incantevole
località ricca di scogliere a picco sul mare, insenature e splendidi paesaggi:
Santa Cesarea, la cui origine è anch’essa avvolta nel mito e nella leggenda.
Narra la vita di una
giovane fanciulla chiamata, per l’appunto, Cesarea.
Dopo un lungo matrimonio, durato già dieci anni, Lucrezia e Luigi, ricchi signori di Castro non ebbero ancora avuto la fortuna di rallegrare le stanze della loro sfarzose abitazione con la gioia di un bambino.
Dopo continue preghiere rivolte alla Madonna Lucrezia
ottenne finalmente quello che tanto desiderava, una bambina, nata nel giorno
dell’8 dicembre.
La ragazza crebbe in
salute conservando a pieno tutte le sue virtù. Rifiutava di continuo le
proposte di baldi e ricchi giovani che desideravano ardentemente ricevere la
sua mano in sposa. La cosa non cambiò neanche dopo la morte della madre, la
quale le fece addirittura promettere
di mantenere le propria verginità in segno di devozione alla Madonna che le
aveva concesso di venire al mondo.
La vita di Cesarea non fù però così facile. Il padre,
uscito di senno dopo la morte della moglie, cercava continuamente di molestarla
senza successo. La ragazza fu sempre in grado di tenerlo a bada con la calma e
la saggezza che sempre la distinsero.
Le “esigenze” paterne cominciarono a farsi però sempre
più insistenti e fastidiose, così Cesarea decise che sarebbe stato meglio
allontanarsi dalla sua casa.
Escogitò uno stratagemma e con l'aiuto di alcune colombe riuscì a fuggire in sella ad un cavallo.
Sfortunatamente per Cesarea però, il padre si accorse della fuga e si precipitò per recuperare la
figlia ingrata.
Quando la raggiunge un angelo venne in soccorso della giovane
fanciulla e le consentì di mettersi in salvo consigliandole di
nascondersi in un dirupo.
Il padre, invece, venne fatto cadere in acqua avvolto
in una nube nera.
Cesarea rimase a vivere in una grotta, la stessa che
le consentì di trovare riparo dopo l’intervento dell’angelo, insieme alle due
colombe che le tennero compagnia.
Per questo suo sacrificio, la giovane vergine divenne
Santa
Le due colombe si moltiplicarano e ancora oggi
popolano la caverna in cui visse Cesarea. L’acqua in cui cadde il padre,
invece, cominciò da allora a ribollire di zolfo…
La grotta che ha contribuito ad alimentare la leggenda
della giovane Cesarea è oggi una delle tappe della tradizionale processione in
mare che si svolge ogni anno in occasione dei festeggiamenti patronali in onore
della Santa, l’11 e il 12 Settembre.




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