Piccolo tour della Val d'Aosta

Percorrendo le strade di questa fantastica regione, fra valli sconfinate, montagne altissime (ricordiamo che questa regione ospita el tre cime piu' alte d'Italia) e tranquilli paesini resterete sicuramente colpiti da tre cose in particolare:

- I castelli disseminati qua e là su alture e apici, tutti fruibili con tariffe accessibili.









 






- le innumerevoli cascate che si possono ammirare semplicemente percorrendo le strade statali che collegano i vari centri più o meno famosi.
Da ogni anfratto o feritoia che collega o separa le montagne, vengono fuori cascate di ogni genere, alcune delle quali è possibile ammirare da vicino, grazie a ponti o sentieri percorribili a piedi.













- I colori vivaci ed accuratamente scelti ed accostati delle balconate fiorite. Hotel, negozi, private abitazioni, nei piccoli paesi come nelle cittadine, sono infatti decorati con bellissimi fiori che non passano inosservati.












Siamo arrivati di domenica sera, nella piccola cittadina di Brusson lungo una strada ricca di panorami mozzafiato e pezzi di storia come il bellissimo "castello di Verres" abbarbicato su un costone di roccia a strapiombo sulla valle.
L'albergo che ci ha accolto, "hotel Italia" e' molto carino e confortevole e come la maggior parte delle costruzioni del luogo, e' caratterizzato dal tetto a spiovente fatto non di tegole, bensì di lastroni di ardesia.
La mattina del lunedi' siamo arrivati in macchina fino a Champoliou da dove, seguendo il sentiero numero 7 si arriva ai piedi del ghiacciaio della Verra.

 Camminando lungo il sentiero abbarbicato sulla montagna in mezzo ad un natura incontaminata e bellissima, siamo arrivati al un piccolo rifugio delle Guide Frachey, situato a 2066 metri s.l.m., a ridosso delle falde del Palon di Resy, all’inizio del vallone di Bettaforca.
E’ situato in una posizione panoramica e permette di avere una vista mozzafiato praticamente su tutta la Val d’Ayas.

Questo rifugio è il punto di partenza ideale per le gite attorno al Monte Rosa, e per molti itinerari in mountain bike.  Il paesaggio che si ammira da qui è davvero immenso.


Dopo aver ripreso il cammino, flora e fauna si fanno ancora più spettacolari...



Nel pomeriggio, attraversando in auto paesaggi bellissimi, siamo arrivati a Saint Vincent, noto non solo per il casino' ma anche per un caratteristico centro storico.
Di particolare interesse sono l'edificio che ospita le terme (dalla seconda metà del XIX secolo è divenuta famosa per la presenza della fonte termale scoperta da J.B. Perret nel 1770) e la chiesa romanica del XII secolo dedicata a Sant-Vincent






 Nelle giornate successive, fra i tantissimi castelli fruibili al pubblico, abbiamo scelto di visitrne due:
Il castello di Verrès, situato nell'omonima cittadina, e il Castel Savoia a Gressoney.


Il Castllo di Verrès grande, poderoso, essenziale, si presenta come un cubo di pietra costruito alla fine del XIV secolo, da Ibleto di Challant sulla rocca che sovrasta l'omonimo borgo.
Una curiosità......ogni anno i saloni del castello si rianimano per l'arrivo dei personaggi del carnevale storico di Verrès, in un connubio di storia e leggenda.







 Castel Savoia 
Situato a Gressoney-Saint-Jean, con le sue torri aguzze che sbucano dal bosco, il castello della Regina Margherita di Savoia (quella da cui prese il nome la pizza margherita appunto), sembra uscito da una fiaba.
La sua costruzione risale agli inizi del '900 ed è dotato di confort all'avanguardia per quell'epoca, come i termosifoni o gli interruttori della corrente.
E' circondato da un ampio parco all'interno del quale si può ammirare un orto botanico. 

L'interno conserva parte degli arredi originali e molti ambienti e soffitti sono decorati con il fiore che porta il nome della Regina o con lo stemma di casa Savoia.
Una curiosità: nel 2012 l'intero castello è stato il set cinematografico de film "Il peggior Natale della mia vita" diretto da Alessandro Genovesi con Diego Abatantuono e Fabio De Luigi.
E' stato davvero emozionante passeggiare nello stesso corridoio a vetri dove la Regina prendeva il thè ammirando la bellezza del Monte Rosa o sedersi nella sua biblioteca.
Donna coraggiosa, emancipata e decisamente fuori dagli schemi dell'epoca, la Regina Margherita inaugurò personalmente nel 1893 un rifugio sul Monte Rosa che ancora oggi porta il suo nome (capanna Regina Margherita)



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